4 Commenti

Speriamo che l’intelligenza artificiale non impari mai a leggere il l33t sp33ch 😅😂

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Un buon post.

Secondo me i social occidentali si stanno cinesizzando solo perché la produzione di "commenti" da parte dei lettori non ha sortito i risultati sperati dai grossi colossi dell'editoria: ciò che le teste belle speravano era che i commenti e gli hashtag potessero aumentare l'amore verso i prodotti venduti e diminuire i costi pubblicitari e poter disseminare più facilmente le idee pensate da un certo tipo di persone: distruggere in sostanza la televisione sfruttando i collegamenti fra persone. Non è avvenuto, anzi i tentativi goffi per cercare di castigare i singoli come costringerti all'uso del nome vero sono falliti (anzi, hanno aumentato i comportamenti radicali) l'infrastruttura che hanno costruito per comunicare c'é e adesso si ritrovano a dover rimettere il genio dentro la bottiglia usando una stupida robomoderazione. E lo fanno costringendoti anche a scrivere "h0rr0r" con gli zeri per parlare di Clive Barker.

Per me è solo un vantaggio: meno viralità vera, con contenuti di cui mi frega veramente, vuol dire meno tempo speso a fare doomscrolling su Twittebookagram, quindi ben venga questa nuova versione del futuro.

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Personalmente sono un po' basito dagli articoli che leggo in questi giorni sulla censura e gli shadow ban.

Perché esattamente di queste cose se ne è parlato moltissimo negli ultimi anni.

Se ne è parlato soprattutto per tutto quello che ha avuto a che fare con il modo in cui la politica, i social e i motori di ricerca, sono intervenuti a moderare o a censurare le discussioni sulle elezioni Usa 2020, la gestione della pandemia, le origini del covid, i vaccini, i green pass, i lockdown, la Great Barrington Declaration, gli affari dei Biden in Ucraina e il caso Hunter Biden, i Twitter Files, i Facebook Files, la guerra in Ucraina, il cambiamento climatico, la lotta alla disinformazione, le malefatte dell'FBI, gli eventi del 6 gennaio, le questioni relative ai transgender e varie altre discussioni politicamente cariche.

Si tratta di una questione venuta alla ribalta con i Twitter Files, le seguenti audizioni volute dai repubblicani alla Camera, le denunce di molti giornalisti indipendenti - come Matt Taibbi, Bari Weiss, Michael Shellenberger, David Zweig, Glenn Greenwald, Jonathan Cook, Caitlin Johnstone, Robert Kogon, C.J. Hopkins, Rav Arora, Alex Berenson, Lee Fang, Chris Hedges - la causa Missouri vs Biden, le denunce della censura della Great Barrington Declaration e dei suoi autori (vittime appunto anche loro di shadow banning) e quelle sulle origini del covid, la soppressione dello scandalo Hunter Biden alla vigilia delle elezioni (Twitter bloccò la possibilità di condividere l'inchiesta del New York Post e l'account del New York Post stesso, mentre Facebook ne ridusse la visibilità, con una sorta di shadow ban) e in generale nella discussione delle varie forme di controllo e censura dell'informazione e della discussione pubblica verificatesi in questi anni e delle varie leggi fatte per istituzionalizzarli, come il Digital Service Act, l'Online Safety Bill, Chatcontrol, le nuove norme canadesi, etc..

Proprio pochi giorni fa è uscita la dichiarazione di Westminster, che è figlia di tutto ciò, infatti ha come prime firme Taibbi e Shellenberger, cioè i due autori principali dei Twitter Files, e poi Greenwald (ricordo le sue dimissioni da The Intercept), Bari Weiss (ricordo le sue dimissioni dal New York Times), Gupta, Bhattacharya e Kulldorf, gli autori della Great Barrington Declaration e tanti altri campioni della lotta alla censura, della difesa dei diritti civili e della privacy, come Assange e Snowden.

In realtà conosco la maggior parte dei firmatari perché molti di loro li ho incontrati e seguiti negli anni proprio per il loro impegno contro la censura e per la libertà di espressione.

Ma i media italiani mainstream o di stampo liberal o non hanno raccontato praticamente nulla di tutto ciò o hanno apertamente difeso la censura e il controllo politico della discussione pubblica.

Per es. dei Twitter Files se ne sono occupati inizialmente, fino a dicembre 2022, giusto per liquidare il tutto come un niente di fatto e poi li hanno ignorati, non dimenticando di accusare Taibbi di essere diventato di destra (In compenso si è parlato liberamente di tutto in vari media alternativi, blog o Substack).

Ora - non ce l'ho con te nello specifico - trovo semplicemente grottesco che all'improvviso si scopra qualcosa che in realtà è lì da anni e che fino a ieri si è ignorato, minimizzato o difeso, e che lo si faccia continuando a non citare quelli che secondo me sono chiaramente i precedenti pertinenti.

Il Post per esempio volendo spiegare la pratica degli shadow ban e farne un minimo di storia non ha toccato nulla di ciò che ho menzionato ma ha rintracciato i precedenti negli shadow ban che subirebbero i sex worker e i produttori di sex toys. Ma senza nulla togliere a loro, non sono certamente questi gli esempi più pertinenti da fare. Così come non colgo troppo il motivo di citare la Cina, senza citare i precedenti occidentali. Anche se la storia del coniglio e del granchio è bellissima e sono contento di averla scoperta.

Però capisco che questa è una scelta inevitabile sulla base delle scelte precedenti: se uno non ne ha mai parlato o ne ha parlato in un certo modo fino a ieri oggi non è nelle condizioni di citare quei precedenti per contestualizzare quanto accade e fare un discorso coerente e realistico su censura, libertà di espressione, informazione, social media e politica.

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