Considerazioni molto vere, che ci portano a riflettere su come noi stessi utilizziamo i "canali" dell'internet, un po' come facevamo circa vent'anni fa con la TV. Io ad esempio a casa il televisore non è collegato all'antenna RF. Lo utilizzo come fosse un monitor, con la Fire TV in una porta HDMI, per guardare servizi streaming. YouTube lo frequento poco, ma quando lo faccio è in maniera mirata, una sorta di motore di ricerca per tutorial, notizie specifiche, dirette streaming di eventi. Ho abbandonato Facebook da almeno 2 anni, perché è diventato come Mediaset, che nemmeno in TV guardavo, appunto. Twitter, che frequentavo tantissimo fino a un paio di anni fa, è diventato come La Zanzara di Cruciani, dove imperano hater e una comunicazione caotica e spesso violenta. Su Instagram ci pubblico solo notizie scientifiche per i miei studenti e studentesse, ma non lo frequento come consumatore di contenuti. Su TikTok per scelta non ci sono mai stato, perché credo sia proprio il media più televisivo di tutti, dove l'utente è trattato nella maniera più passiva possibile.
L'unico "canale internet" che frequento passivamente e attivamente è LinkedIn. Certo, finché Microsoft non deciderà davvero di gamificarlo, come ha annunciato di voler fare.
Vivo di podcast, che sebbene sia un media molto 1.0 (facciamo 1.5 dai) è molto come la radio, con una offerta sempre più grande di contenuti dei più vari, e di elevatissima qualità.
E poi si, c'è Substack, che ha reso il meraviglioso mondo delle newsletter più 2.0, non per nulla siamo qui a leggere e commentare, e fare 'restacking' delle cose belle.
Vero. Concordo e mi rivedo molto in ciò. La TV è destinata a diventare uno strumento sempre più marginale nella vita di ogni giorno. Largo alle piattaforme social e streaming, ora stanno nascendo le prime nel Web 3.0 per una decentralizzazione maggiore
“È plausibile che tra dieci anni il 100% dei volti televisivi più noti avrà iniziato la propria carriera non dalla gavetta televisiva, ma dalle piattaforme digitali stesse” sarà la TV che conosciamo a scomparire. Sarà uno strumento per guardare i contenuti in rapida ascesa oggi -come lo sono lo smartphone e il pc ora- e non come il principale mezzo d’intrattenimento
apr 9·modificato apr 9Messo Mi piace da Valerio Bassan
Proprio stamattina ripensavo a questa tendenza che ormai si sta consolidando. Mi è venuto fuori il termine "post-casting". Ma immagino ne esista da tempo uno migliore e più appropriato. Grazie!
Considerazioni molto vere, che ci portano a riflettere su come noi stessi utilizziamo i "canali" dell'internet, un po' come facevamo circa vent'anni fa con la TV. Io ad esempio a casa il televisore non è collegato all'antenna RF. Lo utilizzo come fosse un monitor, con la Fire TV in una porta HDMI, per guardare servizi streaming. YouTube lo frequento poco, ma quando lo faccio è in maniera mirata, una sorta di motore di ricerca per tutorial, notizie specifiche, dirette streaming di eventi. Ho abbandonato Facebook da almeno 2 anni, perché è diventato come Mediaset, che nemmeno in TV guardavo, appunto. Twitter, che frequentavo tantissimo fino a un paio di anni fa, è diventato come La Zanzara di Cruciani, dove imperano hater e una comunicazione caotica e spesso violenta. Su Instagram ci pubblico solo notizie scientifiche per i miei studenti e studentesse, ma non lo frequento come consumatore di contenuti. Su TikTok per scelta non ci sono mai stato, perché credo sia proprio il media più televisivo di tutti, dove l'utente è trattato nella maniera più passiva possibile.
L'unico "canale internet" che frequento passivamente e attivamente è LinkedIn. Certo, finché Microsoft non deciderà davvero di gamificarlo, come ha annunciato di voler fare.
Vivo di podcast, che sebbene sia un media molto 1.0 (facciamo 1.5 dai) è molto come la radio, con una offerta sempre più grande di contenuti dei più vari, e di elevatissima qualità.
E poi si, c'è Substack, che ha reso il meraviglioso mondo delle newsletter più 2.0, non per nulla siamo qui a leggere e commentare, e fare 'restacking' delle cose belle.
Vero. Concordo e mi rivedo molto in ciò. La TV è destinata a diventare uno strumento sempre più marginale nella vita di ogni giorno. Largo alle piattaforme social e streaming, ora stanno nascendo le prime nel Web 3.0 per una decentralizzazione maggiore
“È plausibile che tra dieci anni il 100% dei volti televisivi più noti avrà iniziato la propria carriera non dalla gavetta televisiva, ma dalle piattaforme digitali stesse” sarà la TV che conosciamo a scomparire. Sarà uno strumento per guardare i contenuti in rapida ascesa oggi -come lo sono lo smartphone e il pc ora- e non come il principale mezzo d’intrattenimento
Proprio stamattina ripensavo a questa tendenza che ormai si sta consolidando. Mi è venuto fuori il termine "post-casting". Ma immagino ne esista da tempo uno migliore e più appropriato. Grazie!