Grazie di questa analisi puntuale, di cui apprezzo in modo particolare il finale: le testate devono smettere di fare i capricci delle piattaforme e tornare a fare il giornalismo che a furia di inseguire i capricci hanno spesso lasciato da parte.
Ho lavorato per tanti anni nella divisione News di Google. Mi assunsero nel 2016 per fare quel lavoro curatoriale che in questo pezzo tu, giustamente, metti tra virgolette: in pochissimi sanno che ci fu un periodo di circa 3-4 anni in cui a Google operava un team editoriale per la app News ("Google News" internamente si riferisce solo alla app; le notizie sulla pagina di ricerca sono "News on Search"; poi c'è Discover, il feed di notizie perlopiù clickbait sullo screen -1 di Android e la app di Google su iOS). Io curavo esperienze editoriali per l'Italia e l'Europa. Poi mi sono occupata di esperienze per la sostenibilità dell'industria giornalistica: funzionalità che invitavano gli utenti a scoprire e seguire e/o abbonarsi a testate giornalistiche dalle più grandi alle meno conosciute.
Sono stati anni molto belli e posso garantirti che internamente, almeno ai piani aziendali a cui una "piccola" come me poteva accedere, ci credevamo e ci tenevamo davvero. Volevamo davvero lavorare al servizio del giornalismo (tutto il mio team era composto da giornalisti, me compresa).
Poi sono arrivati i licenziamenti, e siamo stati tra i primi a sparire. Nell'ultimo anno e mezzo Google ha progressivamente ridimensionato i propri investimenti in News, sempre più, sempre più. Io non so cosa stiano facendo ora (se lo sapessi vorrebbe dire che lavorerei ancora lì e non potrei dire nulla comunque), ma parlando a titolo del tutto personale, ho delle sensazioni molto negative. La mia previsione è che il risultato finale sarà un completo allontanamento dalle notizie come "prodotto" intorno al quale sviluppare user feature, un po' come ha fatto Facebook - troppo rischioso. La relazione di dipendenza tra giornalismo e giganti tech si muove in una direzione univoca, da parte del giornalismo, e non interessa i giganti tech.
Il tuo invito finale è davvero la soluzione per risolvere le parti tossiche di questa complicatissima relazione - qui in USA, ma anche in UK (Guardian) e Francia (Le Monde) vedo grandi cose, l'Italia mi preoccupa un po' perché non riscontro la stessa cura, attenzione e iniziativa nelle testate mainstream, ma voglio essere ottimista grazie anche al lavoro di voci come la tua!
Ciao Enrica, grazie davvero della testimonianza. Davvero molto interessante.
Condivido i tuoi ragionamenti. Avendo seguito da fuori tutte le evoluzioni dei vari news team di Google in questi ultimi anni, è innegabile che ci sia stato un progressivo disinvestimento (che purtroppo si è tramutato anche in licenziamenti).
Verissimo su YouTube! Una delle mie ex colleghe ora è a YouTube News. C’è stato molto marketing negli ultimi 1-2 anni ma anche molto di facciata, visto che nel concreto accadono cambiamenti come quelli che citi. Grazie a te!
Grazie di questa analisi puntuale, di cui apprezzo in modo particolare il finale: le testate devono smettere di fare i capricci delle piattaforme e tornare a fare il giornalismo che a furia di inseguire i capricci hanno spesso lasciato da parte.
Ho lavorato per tanti anni nella divisione News di Google. Mi assunsero nel 2016 per fare quel lavoro curatoriale che in questo pezzo tu, giustamente, metti tra virgolette: in pochissimi sanno che ci fu un periodo di circa 3-4 anni in cui a Google operava un team editoriale per la app News ("Google News" internamente si riferisce solo alla app; le notizie sulla pagina di ricerca sono "News on Search"; poi c'è Discover, il feed di notizie perlopiù clickbait sullo screen -1 di Android e la app di Google su iOS). Io curavo esperienze editoriali per l'Italia e l'Europa. Poi mi sono occupata di esperienze per la sostenibilità dell'industria giornalistica: funzionalità che invitavano gli utenti a scoprire e seguire e/o abbonarsi a testate giornalistiche dalle più grandi alle meno conosciute.
Sono stati anni molto belli e posso garantirti che internamente, almeno ai piani aziendali a cui una "piccola" come me poteva accedere, ci credevamo e ci tenevamo davvero. Volevamo davvero lavorare al servizio del giornalismo (tutto il mio team era composto da giornalisti, me compresa).
Poi sono arrivati i licenziamenti, e siamo stati tra i primi a sparire. Nell'ultimo anno e mezzo Google ha progressivamente ridimensionato i propri investimenti in News, sempre più, sempre più. Io non so cosa stiano facendo ora (se lo sapessi vorrebbe dire che lavorerei ancora lì e non potrei dire nulla comunque), ma parlando a titolo del tutto personale, ho delle sensazioni molto negative. La mia previsione è che il risultato finale sarà un completo allontanamento dalle notizie come "prodotto" intorno al quale sviluppare user feature, un po' come ha fatto Facebook - troppo rischioso. La relazione di dipendenza tra giornalismo e giganti tech si muove in una direzione univoca, da parte del giornalismo, e non interessa i giganti tech.
Il tuo invito finale è davvero la soluzione per risolvere le parti tossiche di questa complicatissima relazione - qui in USA, ma anche in UK (Guardian) e Francia (Le Monde) vedo grandi cose, l'Italia mi preoccupa un po' perché non riscontro la stessa cura, attenzione e iniziativa nelle testate mainstream, ma voglio essere ottimista grazie anche al lavoro di voci come la tua!
Ciao Enrica, grazie davvero della testimonianza. Davvero molto interessante.
Condivido i tuoi ragionamenti. Avendo seguito da fuori tutte le evoluzioni dei vari news team di Google in questi ultimi anni, è innegabile che ci sia stato un progressivo disinvestimento (che purtroppo si è tramutato anche in licenziamenti).
Tra l'altro, la stessa direzione vale per YouTube: https://rq1.substack.com/p/how-youtubes-recommendations-pull
A presto e grazie ancora!
Valerio
Verissimo su YouTube! Una delle mie ex colleghe ora è a YouTube News. C’è stato molto marketing negli ultimi 1-2 anni ma anche molto di facciata, visto che nel concreto accadono cambiamenti come quelli che citi. Grazie a te!