9 Commenti
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Avatar di Alice Siracusano

Chissà se arriverà mai quell'era lì che descrivi alla fine...

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Avatar di Giuseppe Paparcone

Ciao Valerio, complimenti per quanto scritto! Condivido ogni aspetto della tua analisi, ma condivido ancor di più il punto di vista di Carlo. Il mondo non si cambia con la propria opinione, ma con il proprio esempio.

Con affetto, gratitudine e stima

Giuseppe

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Avatar di Valerio Bassan

Ciao Giuseppe, ciao Carlo,

intanto grazie mille per i complimenti! Se non vi dispiace rispondo a entrambi in un unico commento, visto che mi ponete lo stesso comprensibile interrogativo: come mai non lasciare i social del tutto, se le loro dinamiche sono quelle che racconto in questa newsletter e che purtroppo ben conosciamo? È una domanda che mi pongo spesso e di cui scrivo diffusamente anche nel mio libro.

Prima di tutto, non credo nella disconnessione di massa come mezzo più adatto al fine dell'azione che ci proponiamo di perseguire. Intanto perché la ritengo difficile da applicare qualora si voglia raggiungere una massa critica sufficiente, e poi perché penso sia sensato concentrare gli sforzi nell'azione politica di sensibilizzazione verso chi ha il potere di regolamentare l'eccessivo accumulo di ricchezza, i dark pattern e le strutture “ingabbianti” delle piattaforme - a livello nazionale ed europeo - e indirizzare risorse ed energie verso chi si batte per creare ambienti digitali migliori come la Electronic Frontier Foundation o Free Our Feeds (https://freeourfeeds.com/).

In secondo luogo, perché in fondo sono un fan della rete e delle possibilità che ci offre, e trovo che anche i social abbiano «fatto delle cose buone». Lavorando nell'ambito della strategia digitale, poi, per me è fondamentale toccare con mano come evolvono queste piattaforme e i loro meccanismi (e il modo migliore è esserci). Per ora continuo ad averle e saltuariamente a utilizzarle mantenendo un occhio il più possibile critico e di analisi. Allo stesso tempo uso Mastodon, BlueSky, Discord e simili.

Terzo, ma non meno importante per me, è l'uso che ne faccio oggi rispetto a prima. Ho smesso di usare le piattaforme per piacere da tempo (a eccezione di Youtube) e soprattutto di usarle in modo attivo, se non saltuariamente per diffondere i miei contenuti. Ho disattivato i tracciamenti pubblicitari. E poi, disattivando le notifiche e impostando filtri e blocchi (uso Screenzen, che vi consiglio) sono riuscito a ridurre l'uso dei social drasticamente negli ultimi due anni, passando da 18-20 ore alla settimana a 3-4. Su TikTok sono anonimo, LinkedIn e Facebook invece le apro una volta ogni tanto per controllare solamente se ci sono messaggi di lavoro.

Infine, ormai da 5 anni ho spostato tutto il mio lavoro di divulgazione qui, su Ellissi, perché ritengo la newsletter un canale di comunicazione più sano (in passato parlavo con frequenza di media e tecnologia sui social).

In futuro vorrei sicuramente provare a disattivare alcuni dei miei account, questo senz'altro, ma credo che avrò bisogno di continuare a sbirciare quei canali - o quello che ne resterà - per capirne le dinamiche; conoscerle è importante, altrimenti parlerei di cose che non so. Forse è una contraddizione? Magari sì, ma come tutte le contraddizioni nasconde un pezzettino di verità. Insomma, riflessioni in corso, come sempre :)

Spero di avervi risposto in modo sensato.

Un abbraccio

Valerio

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Avatar di Valerio Bassan

Ps. Il mondo non si cambia con la propria opinione > Su questo mi permetto di dissentire: credo che la divulgazione e “le parole” siano parte integrante dell'azione, mai residuali.

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Avatar di Giuseppe Paparcone

Se continuiamo a finanziare le Big Tech, come possiamo davvero emanciparci da loro? Lo dico da abbonato a YouTube Premium e a G-Suite per la mia azienda, e ogni mese mi chiedo se abbia senso continuare a sostenere queste piattaforme, pur sapendo quanto il loro modello sia problematico.

Credo che le nostre scelte politiche si esprimano attraverso il modo in cui spendiamo i nostri soldi, investiamo la nostra attenzione e condividiamo i nostri dati. E pagando quegli abbonamenti mese dopo mese, mi sento più complice di questo sistema che parte del cambiamento.

Per questo ho scelto di non usare i social. Non voglio alimentare dinamiche che considero tossiche, né concedere il mio tempo e i miei dati a piattaforme costruite per catturare l’attenzione e monetizzarla. Tuttavia, mi rendo conto che la questione non è semplice e che uscire del tutto da questo ecosistema è complicato, soprattutto quando certe piattaforme sono integrate nel lavoro e nella vita quotidiana.

Resto in continua riflessione su quale sia il modo più coerente ed efficace per sottrarsi a questa logica e, al tempo stesso, contribuire a un cambiamento reale.

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Avatar di Carlo

Caro Valerio ti leggo con pacere ma poi scipro che usi x e istagram . Non pensi che sia giunto il momento di creare una rete altrernativa?

con stima carlo

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Avatar di Sara Caropreso

Riprendo da Falsi Amici: "Forse sarebbe ora che smettessimo di chiamarli con epiteti come «leader visionari» e di affidare loro la costruzione sociale e politica del nostro futuro."

Sì, sarebbe ora che smettessimo di chiamarli così e che ricordassimo loro che sono arrivati dove sono grazie a tanti, ma tanti contributi pubblici. Senza quei soldi chissà le loro aziende, e loro stessi, dove sarebbero adesso.

Restituissero, in senso filantropico, almeno parte della ricchezza ricevuta.

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Avatar di Antonio Di Bacco

Ottimo pezzo e riassunto della situazione.

Le slide Nokia non erano male ma temo si siano fermate a quelle!

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